Filarmonica, cento anni di musica


La banda di Occimiano nacque nel 1903
I grandi successi delle Azzurre

Tanti personaggi, tanti aneddoti, nella vita di un gruppo che ha conosciuto, naturalmente, fasi alterne e che oggi vive un momento particolarmente brillante – L’esordio come banda Umberto I, i successi in Monferrato e all’estero

OCCIMIANO – «Mio nonno tutte le domeniche partiva dalla cascina Mandella e veniva a piedi per sentire la Banda che accompagnava al Tiro a segno nazionale (il Bersaglio) i signori del paese », a raccontarcelo è Giuseppe Anarratone, uno dei veterani della banda musicale “La Filarmonica”: e chissà quanti altri, come suo nonno, non hanno saputo resistere al fascino di questo storico corpo musicale che in questi giorni celebra il centesimo compleanno.

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Una storia lunga, le cui origini risalgono addirittura a metà Ottocento quando nacque la “Fanfara”, complesso musicale di soli strumenti di ottone; i nomi dei componenti di Occimiano che siamo riusciti a ricavare dalle cronache dell’epoca sono soltanto due: Giovanni Angelino, conosciuto come “Lansin” ed Ernesto Pampuro.
Certo è invece che con il passare degli anni la banda cominciava ad essere richiesta anche fuori Occimiano e aveva bisogno di crescere e migliorare.

La svolta arrivò sul finire del secolo: Prospero Corrado, uno dei componenti del gruppo, originario di Savona e giardiniere del marchese Gioachino Da Passano, chiese al marchese un aiuto per la Fanfara e fu quindi costituita la Filarmonica, una scuola di musica con sede presso il Convento, dove oggi si trovano le Scuole Elementari; gli allievi ebbero come maestro Costantino Cavallero (padre di don Augusto Cavallero) già all’epoca professore di musica e organista della chiesa parrocchiale.
Terminata la scuola di solfeggio, i ragazzi erano pronti per suonare uno strumento: sì, ma quale?
Il marchese partì allora per Milano, alla Casa Strumentale Ramponi, e tornò con una trentina di strumenti ad ottone e ad ancia che pagò 37.000 lire (cifra non da poco per quei tempi); comemaestro di banda fu assunto Cosimo Carone, maestro di banda militare in pensione.

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L’esordio ufficiale della banda risale al 1903 con il nome di Banda Umberto I°, nome che ancora oggi compare sulla bandiera esibita in occasioni speciali; intanto il gruppo si trasferì nella sede attuale, di proprietà della Società di Mutuo Soccorso, che la patrocinava.
La fama e il prestigio della banda aumentavano di anno in anno e arrivarono i primi successi ai concorsi cui prendeva parte: un anno da ricordare è sicuramente il 1909 con il primo premio a Moncalvo, bissato pochi mesi dopo a Crescentino.
Lo scoppio della prima guerra mondiale limitò gli impegni del gruppo, molti musicisti erano al fronte e alcuni persero la vita; ma la banda non si sciolse. Al termine del conflitto, il gruppo aveva tanta voglia di ricominciare e andò incontro ad un periodo fi orente, chiamato a portar vivacità e allegria nei balli, alle feste di Carnevale e a quelle patronali.
Le feste in maschera erano le più impegnative e il gruppo spesso si divideva in due con una parte che si esibiva all’Infernot di Casale e l’altra nel salone dell’attuale Valentia a Valenza; non c’erano certo i mezzi di trasporto di oggi, il percorso si faceva in bicicletta e avveniva su strade sterrate tanto che le divise blu scure all’arrivo erano bianche per la polvere del manto stradale.

Con l’inizio della seconda guerra mondiale, l’attività della banda fu alquanto ridotta e nel periodo post-bellico prevalevano i gusti americani: «Ma la banda seppe comunque farsi onore – sottolinea Anarratone, da oltre cinquant’anni componente del gruppo con il suo trombone d’accompagnamento -tanto che vinse il primo premio al concorso di Trino nel 1951».
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A metà degli anni Sessanta, il corpo musicale, che tornò a chiamarsi Filarmonica, sembrava però giunto al capolinea ma… «Ci salvò Giuseppe Della Donna – ci dice il nostro compagno di viaggio – era forse l’unico non occimianese, essendo originario di Camino, ma a quell’epoca, tra gli ottoni, la sua tromba era una delle migliori. Proprio quello che ci mancava». A dare ancora maggior lustro al corpo musicale contribuì a partire dal 1970, il gruppo delle Majorettes, chiamate “Le Azzurre”, che nacque dall’entusiasmo e dalla competenza di Gianna Sassone, la sua prima capitana. E qui l’amico Giuseppe ci svela un retroscena: «In quel periodo le richieste erano moltissime, era necessario rinnovare il guardaroba per fare bella fi gura dove andavamo.
Ci recammo allora al negozio Marus a Torino e comprammo nuovi abiti per i membri della banda e la divisa delle majorettes; avevamo con noi 400 mila lire eppure riuscimmo a comprare vestiti per oltre 3 milioni e mezzo: il resto sul conto di amici che alla banda non sono mai mancati».

La Banda e le Azzurre: un connubio durato fino al 1993 e ricco di successi anche all’estero, da Marsiglia a Lugano, da Wiesbaden, in Germania, a Locarno. E non tardarono ad arrivare nuovi riconoscimenti: su tutti il primo premio a Torino come miglior gruppo folkloristico; intanto, nel 1976, a dirigere la banda (compito più volte ricoperto in passato da Aldo Patrucco, uno dei veterani del gruppo, scomparso alcuni anni fa) viene assunto un giovane maestro: Paolo Meda, ancora oggi alla guida del gruppo. Proprio al maestro Meda (moncalvese come tanti altri membri della banda, che attualmente conta 35 unità) si deve il rilancio del corpo musicale con l’istituzione, grazie anche al contributo del Comune di Occimiano e della Regione Piemonte, di corsi musicali che creano un vero e proprio vivaio da cui attingere e consentono di alimentare l’amore per la musica affi ancando giovani elementi ai volti storici del gruppo.
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Se la banda ha percorso un secolo di storia è dovuto anche a molte persone che l’hanno aiutata: i sindaci di Occimiano, tra cui il cav. Giovanni Cerutti che ne fu presidente per lungo tempo.
Altri presidenti furono il cav. Giuseppe Aliprandi, il rag. Luciano Cominetti per arrivare all’attuale presidente, Rosanna Barbanotti Scagliotti, proposta dal più grande benefattore della Banda (e di Occimiano), l’imprenditore tessile Ernesto Rota, recentemente scomparso, che insieme alla moglie Carla Ferrari, presidente del gruppo Majorettes, si è fatto carico per oltre vent’anni di tutto ciò che occorreva al gruppo musicale.
E non vanno dimenticate la Pro Loco e l’Amministrazione Comunale sempre disponibili nei confronti del gruppo. «La nostra speranza – ci confida ancora Anarratone – è che i giovani possano portare avanti la tradizione secolare della banda La Filarmonica aiutati in questo dalla professionalità e passione del prof. Paolo Meda». E noi non possiamo che unirci a quest’augurio.
Buon compleanno Filarmonica!

Fernando Debernardis
[Il Monferrato – Martedì 10 Giugno 2003]
per gentile concessione